Autodemolizioni Casale.
Una storia d’impresa.

Dal 1976, un riferimento per gli automobilisti a Trieste.

Trieste, anni 60. La città, dopo i difficili decenni precedenti, inizia a conoscere lo sviluppo economico tipico del Bel Paese di quegli anni. La Fiat guida la migrazione di massa degli italiani verso l’automobile.

Nella prima periferia della città, in via Brigata Casale proprio accanto al nascente quartiere di Borgo San Sergio Oreste Morselli, rottamaio commerciante in metalli, decide di avviare l’attività di autodemolizioni su un terreno agricolo. Sceglie un settore nascente ma in pieno sviluppo, in un momento storico di diffusione sempre più massiccia dell’automobile

Dopo un quindicennio di esercizio il sig. Oreste sceglie di trasferirsi nell’area più vasta situata sulla statale 202 – strada per Cattinara, cedendo l’attività nel 1976 al sig. Silvio Stransciach.

Sono anni molto particolari per questo nuovo settore che rimane libero da obblighi di gestione e adempimenti, come del resto accade per molti aspetti di sicurezza e ambiente che appaiono oggi imprescindibili. E’ un’epoca in cui non esistono (o sono molto rari) i sistemi di sicurezza passiva, come cinture o caschi, e manca del tutto un’educazione ecologica collettiva orientata alla riduzione dello spreco e all’attenzione per il riciclo e l’ottimizzazione degli scarti/rifiuti.

In Italia fino ai primi anni ’90, quando vengono formulate le prime legislazioni in materia ambientale, il rifiuto automobilistico viene trattato senza particolare distinzione e non esistono quindi ancora concetti quali “stoccaggio” o “separazione dei componenti”.

Storicamente  la svolta significativa è rappresentata dal decreto legislativo 22/1997, il cosiddetto decreto Ronchi, la prima legge quadro italiana sulla regolamentazione del settore rifiuti.

L’inquadramento legislativo del settore impone tutta una serie di adempimenti e protocolli che rendono negli anni l’attività via via più complessa e onerosa, imponendo il rispetto di procedure come tenuta dei registri carico e scarico dei rifiuti, lo stoccaggio dei diversi componenti e il loro adeguato smaltimento e/o recupero.

Con il decreto legislativo 209/2003, attuativo della direttiva della Comunità Europea 2000/53 relativa ai veicoli fuori uso, inizia il percorso lungo e articolato che rende necessario rendere il sito di via Brigata Casale, già terreno agricolo, idoneo a diventare “centro raccolta veicoli fuori uso” in rispetto di tutte le caratteristiche previste dalla norma.

Sono passati ormai quasi trent’anni anche per Silvio e l’impegno richiesto è alto per chi sta per soffiare su ottanta candeline, anche se lo spirito è rimasto quello di un tempo!

Così dopo più di 35 anni dall’apertura, si profila l’ipotesi del passaggio generazionale, che avviene ufficialmente nel 2011 con la figlia Antonella che già affiancava il padre da quasi dieci anni.

La nuova gestione si manifesta nell’immediato con il cambio di ragione sociale da ditta individuale a Sas, con l’assunzione di nuovo personale e con la realizzazione degli imponenti lavori di adeguamento del sito, stoccaggio dei componenti e attuazione del completo ciclo produttivo di trasformazione da veicolo a carcassa con compattazione finale.

Nasce così una nuova realtà produttiva che ha voglia di crescere e che ha come principi etici l’onestà, la collaborazione per la creazione di un ambiente positivo e produttivo, la fornitura di servizi che rendano il cliente soddisfatto, la disponibilità e l’etica ecologica. Dopo l’ottenimento delle certificazioni di qualità e ambientale ISO 9001 e ISO 14001, il desiderio è essere il punto di riferimento per le autodemolizioni a trieste e provincia.

Trieste, anni 60. La città, dopo i difficili decenni precedenti, inizia a conoscere lo sviluppo economico tipico del Bel Paese di quegli anni. La Fiat guida la migrazione di massa degli italiani verso l’automobile.

Nella prima periferia della città, in via Brigata Casale proprio accanto al nascente quartiere di Borgo San Sergio Oreste Morselli, rottamaio commerciante in metalli, decide di avviare l’attività di autodemolizioni su un terreno agricolo. Sceglie un settore nascente ma in pieno sviluppo, in un momento storico di diffusione sempre più massiccia dell’automobile

Dopo un quindicennio di esercizio il sig. Oreste sceglie di trasferirsi nell’area più vasta situata sulla statale 202 – strada per Cattinara, cedendo l’attività nel 1976 al sig. Silvio Stransciach.

Sono anni molto particolari per questo nuovo settore che rimane libero da obblighi di gestione e adempimenti, come del resto accade per molti aspetti di sicurezza e ambiente che appaiono oggi imprescindibili. E’ un’epoca in cui non esistono (o sono molto rari) i sistemi di sicurezza passiva, come cinture o caschi, e manca del tutto un’educazione ecologica collettiva orientata alla riduzione dello spreco e all’attenzione per il riciclo e l’ottimizzazione degli scarti/rifiuti.

In Italia fino ai primi anni ’90, quando vengono formulate le prime legislazioni in materia ambientale, il rifiuto automobilistico viene trattato senza particolare distinzione e non esistono quindi ancora concetti quali “stoccaggio” o “separazione dei componenti”.

Storicamente  la svolta significativa è rappresentata dal decreto legislativo 22/1997, il cosiddetto decreto Ronchi, la prima legge quadro italiana sulla regolamentazione del settore rifiuti.

L’inquadramento legislativo del settore impone tutta una serie di adempimenti e protocolli che rendono negli anni l’attività via via più complessa e onerosa, imponendo il rispetto di procedure come tenuta dei registri carico e scarico dei rifiuti, lo stoccaggio dei diversi componenti e il loro adeguato smaltimento e/o recupero.

Con il decreto legislativo 209/2003, attuativo della direttiva della Comunità Europea 2000/53 relativa ai veicoli fuori uso, inizia il percorso lungo e articolato che rende necessario rendere il sito di via Brigata Casale, già terreno agricolo, idoneo a diventare “centro raccolta veicoli fuori uso” in rispetto di tutte le caratteristiche previste dalla norma.

Sono passati ormai quasi trent’anni anche per Silvio e l’impegno richiesto è alto per chi sta per soffiare su ottanta candeline, anche se lo spirito è rimasto quello di un tempo!

Così dopo più di 35 anni dall’apertura, si profila l’ipotesi del passaggio generazionale, che avviene ufficialmente nel 2011 con la figlia Antonella che già affiancava il padre da quasi dieci anni.

La nuova gestione si manifesta nell’immediato con il cambio di ragione sociale da ditta individuale a Sas, con l’assunzione di nuovo personale e con la realizzazione degli imponenti lavori di adeguamento del sito, stoccaggio dei componenti e attuazione del completo ciclo produttivo di trasformazione da veicolo a carcassa con compattazione finale.

Nasce così una nuova realtà produttiva che ha voglia di crescere e che ha come principi etici l’onestà, la collaborazione per la creazione di un ambiente positivo e produttivo, la fornitura di servizi che rendano il cliente soddisfatto, la disponibilità e l’etica ecologica. Dopo l’ottenimento delle certificazioni di qualità e ambientale ISO 9001 e ISO 14001, il desiderio è essere il punto di riferimento per le autodemolizioni a trieste e provincia.

Autodemolizioni Casale

Specifiche tecnico-burocratiche sulla società Autodemolizioni Casale S.a.s.

 La società è stata costituita, nella forma di Società in accomandita semplice, nel dicembre 2011 mediante conferimento dell’azienda individuale Stransciach Silvio, esercente l’attività di autodemolizione già dal 1976.   L’azienda, collocata in via Brigata Casale 2 nella zona periferica di Trieste limitrofa all’area industriale, dispone di un unico stabilimento produttivo di circa 4.000 metri quadrati su un terreno adibito al deposito di autoveicoli e materiali ferrosi. Ha come attività prevalente la lavorazione per la trasformazione di auto e moto veicoli in carcasse, attraverso l’estrazione dei liquidi e lo smontaggio manuale dei singoli componenti (parti meccaniche, fanalerie, accessori, ecc) per la separazione di materiali diversi (metalli, plastiche, gomma, vetro, ecc) ai fini dello stoccaggio e del successivo riciclaggio degli stessi. Ha come attività secondaria il commercio di parti di auto e moto veicoli derivanti dalla rottamazione. Nell’ambito di dette attività provvede all’evasione di formalità amministrative quali l’espletamento delle pratiche automobilistiche di radiazione, la tenuta dei registri rifiuti, la gestione di permessi e licenze attinenti all’esercizio dell’attività.
Il recepimento in Italia della Direttiva Comunitaria 2000/53/CE con il D.lgs 24.06.2003 n.209, ha imposto all’azienda, a fronte di un rinnovo decennale di autorizzazione dell’attività da parte della Provincia di Trieste, la presentazione di un progetto di adeguamento del sito ai canoni europei, oltre che all’adeguamento al DPR n. 151 del 01.08.2011 che regola la prevenzione antincendi. Tale ristrutturazione è stata recentemente avviata nel novembre 2011 e si è conclusa il 18 marzo 2013 con l’effettuazione del collaudo d’impianto.   In sede di costituzione, la direzione dell’impresa è stata assunta dalla dott.ssa Stransciach Antonella. L’attività è fondata sul lavoro personale e diretto dell’imprenditrice; l’attuazione di una linea di trasformazione di particolare efficienza, grazie all’impiego di tecnologie avanzate.   L’azienda ha alla base del suo ciclo produttivo la particolare sensibilità alle problematiche ambientali e del riciclo e come obiettivo il miglioramento sia della coordinazione dei processi per l’aumento di produttività che delle procedure interne, elementi che le hanno valso l’ottenimento delle certificazioni di qualità e ambientale ISO 9001 e ISO 14001. Altra forza lavoro è stata creata, per soddisfare l’esigenza di completamento del ciclo produttivo, mediante l’internalizzazione dell’attività di compressione idraulica delle carcasse.
 

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Se invece vuoi capire i vari passaggi del processo di autodemolizione, abbiamo riassunto tutto qui.

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